L'altra settimana ho letto su la Repubblica, una lettera indirizzata a Marco Travaglio e scritta da alcuni noti e importanti esponenti del mondo culturale torinese. Alcuni professori del politecnico di Torino, un paio di esponenti di legambiente, un ex sindaco, un ex assessore, un vicepresidente di circoscrizione e qualche altro che non conoscevo.
Nella lettera era trattato un argomento discusso da questa somma di uomini e donne così importanti, ossia l'opportunità o meno di edificare una o due (come dicono loro) torri di oltre 150 metri nei pressi della stazione di porta Susa.
I nostri prodi hanno rappresentato scenari paurosi, come (e li cito): "modificazione del paesaggio della città, vista dal basso e dalla collina, o la paura che sorga un nuovo simbolo della città,accanto alla Mole, preoccupazione sui bilanci energetici e di sostenibilità delle nuove costruzioni (in particolar modo sul consumo eccessivo degli ascensori)".
Bene, diciamo innanzitutto che stiamo parlando di una torre e non di due e che è stata concepita con criteri di ecosostenibilità e di risparmio energetico (probabilmente consumerà molto di meno dei vecchi conodomini anni '70 con riscaldamento autonomo dove vivono molti di noi).
Questo è quello che dichiara il progettista: "cemento, acciaio e vetro i materiali scelti per evitare l’imposizione di una “costruzione massiccia”. Non solo. La sfida della leggerezza e dell’estetica è strettamente connessa all’ulteriore sfida della ecostenibilità ambientale".
“Non vi saranno – commenta ancora Renzo Piano – inestetici scatoloni sul tetto contenenti le pompe di calore. Si ricorrerà all’energia geotermica: a est e ovest vi saranno doppie facciate con all’interno circolazione d’aria; i cristalli delle vetrate avranno particolari composizioni chimiche per un miglior isolamento termico”.
Tali accorgimenti consentiranno di ridurre di un terzo i consumi energetici dell’edificio. Un grattacielo dunque “non solo bello – sottolinea il celebre progettista – ma anche intelligente”.
e ancora "L’edificio – spiega Piano – dialogherà con la città, in quanto i cittadini potranno viverlo anche nelle ore in cui gli uffici bancari saranno chiusi. Ciò sarà possibile raggiungendo il ristorante o il bar sulla terrazza panoramica; o ancora prendendo parte ad incontri pubblici che saranno ospitati nella torre."
Il progetto può piacere o no, possiamo credere o no alle parole del progettista, ma tutto questo catastrofismo, e questa paura tipicamente torinese per le novità e il progresso, mi paiono esagerati e fuori luogo, non si rendono conto i nostri cari personaggi illuminati che la loro amata Mole quando venne costruita nel 1863 era un ardito esempio di architettura, paragonabile ai grattacieli di oggi? Forza ragazzi un po' di apertura mentale!
Inoltre non è il caso di preoccuparsi così tanto, anche perchè molto probabilmente questo progetto non si realizzerà mai.
3 commenti:
Bravo Morgan!
bellissimo post, hai ragione su tutti i fronti. Io spero che questa svolta prima o poi avvenga a Torino, ma prima i dinosauri se ne devono andare in pensione.
Ma poi come si fà a cambiare il simbolo di Torino, dalla Mole ad una grattacielo? ma questa è una scusa bella e buona e pure infantile.
Io quoto per Piano, che veramente crea edifici intelligenti e non "firme" architettoniche che invadono le città ( quelle estere)e non pensano a chi realmente le utilizza.
ciau
Grazie per la tua risposta, per fortuna ci sono persone come te che la pensano diversamente dalla massa e che si "sbattono" per diffondere certe idee e innovazioni nel campo dell'architettura.
p.s. riesci a farmi un fotoinserimento ? (tesi permettendo).
Thanx
Argomento tornato prepotentemente d'attualità. Sono decisamente favorevole al nuovo grattacielo progettato da Piano, peccato incontrare tanta resistenza da chi ha una visione delle cose sempre un po' ristretta. Non parliamo poi della vergognosa campagna di disinformazione inscenata da personaggi del calibro di Hutter..
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