20 aprile 2008

biosfere



Adoro le stanze d’albergo.
Sono dei micromondi dove c’è tutto quello di cui hai bisogno per sopravvivere qualche giorno.
Letto, telefono, snack, bevande, televisione satellitare, internet, bagno, the e tisane.
Mi piace ogni tanto rifugiarmi in una stanza d’albergo. Potrei stare qui per giorni, senza avere bisogno del mondo che sta fuori. Mi piace uscire per fare colazione e tornare e trovare la stanza tutta bella pulita e profumata, la trapunta soffice che mi attende sul letto per un’altra giornata. Il bagno con tutti i prodotti per la doccia e la cura del corpo. Mi sembra di essere uno di quei gamberetti che vivono all’interno delle biosfere.


Globalizzazione


I Doors suonano “people are strange” mentre io sto sorseggiando un tazzone di the earl grey Tazo.
Musica d’altri tempi ma ancora molto attuale. Il the fumante mi guarda ed attende di essere bevuto, mentre sono circondato da strane persone che sembrano uscite da un libro di Edgar Allan Poe.
in questo momento Jim Morison si sta sgolando e la musica si
fa più rock e più acida, l’organo Hammond diRay Manzarek segna il ritmo, mentre qui fuori la gente va e viene di corsa alla ricerca, forse, dell’ultimo sclerato shopping.
Sono le 19.30 qui allo Starbucks di Dusseldorf, ma potrei essere in qualsiasi parte del mondo.



07 aprile 2008

...love will tear us apart

...la musica dei Nouvelle Vague mi trascina e mi trasporta come un fiume calmo, come un pezzo di corteccia, sto scorrendo verso non so quale destino, la corrente è inesorabile ma lenta, come il ritmo della bacchetta sul rullante della batteria questa musica che sto ascoltando, la luce è fioca, una stanza vuota, e la musica scorre, sto sentendo il rumore delle onde, sento i gabbiani, sono ormai vicino...ci sono i gabbiani in cielo...