30 settembre 2006

il pescatore

Tanti anni fa, più o meno 20, passavo ore e ore sul molo a pescare, guardavo l'orizzonte, il mare e quel filo trasparente che si perdeva laggiù in fondo, e sognavo. Sognavo di prendere uno di quei pesci che ti sfiancano nel portarli a riva, di quelli che devi prenderli con il retino da quanto sono grossi, di lottare con il pesce fino a quando non fossi riuscito ad averlo nel secchio...sognavo sognavo, sogni di un ragazzo, che rincorre il pesce grande, che sa che è da qualche parte, laggiù in fondo in fondo dove finisce il filo trasparente.....

28 settembre 2006

Huîtres


L'altro giorno stavo pensando che mangiare le ostriche è un pò come andare con una puttana senza nessuna protezione, ti puoi prendere un sacco di malattie....ma io le adoro.....

22 settembre 2006

Il paese delle baite...

Torino, ai piedi delle montagne, ma chi l'avrebbe detto di vedere tutte queste baite, casette, capanne o simili, in mezzo alle piazze, a fianco agli edifici, nei punti più disparati...
L'altra sera sono stato alla Fondazione Sandretto Rebaudengo, che è una delle architetture meglio riuscite a Torino, con la sua semplicità quasi imbarazzante che nasconde un uso sapiente dei materiali e degli spazi. Molto belli gli interni, il bar, ma anche gli esterni finiti in pietra leccese e il cedro, usato per gli elementi lignei...insomma un piccolo gioiello immerso in una zona di torino che è in pieno sviluppo.
In questo paesaggio sublime mi sveglio bruscamente non appena giro intorno alla grande vela che conduce all'ingresso e scopro con mio grande stupore e con un pelo di rabbia, un orrendo dehor, che dovrebbe essere l'ideale prosecuzione di quello interno.
Lo vedete nella foto, mi chiedo io come fa la signora proprietaria della omonima fondazione ad aver accettato un simile non sense?
Vorrei capirlo.
Un dehor così non lo regalano, per comprare un dehor così insulso e mettere tutti quegli orrendi vasetti appesi, si sarenno spesi un bel pò di migliaia di euro!!!!
Non evrebbe avuto più senso (e questo è un suggerimento) fare una specie di concorso tra giovani architetti e designer, per fare un dehor, imponendo magari un budget e magari ripetere la cosa di anno in anno partendo da una struttura di base? Secondo me qualunque proposta sarebbe stata più bella di quella esistente.




IO NO!
di Claudio Silvestrin

DISASTRO

Sono stato educato a credere che il mestiere di architetto fosse una vocazione, si, vocazione come quella del frate e del prete. Sono stato educato a credere che l’architettura fosse l’arte piu’ completa, quella forma che fa da ponte tra l’uomo e la natura, la terra ed il cielo, le divinita’ ed i mortali.

Ho creduto, e credo tutt’ora, che fare architettura sia fare poesia sulla terra e con la terra; che l’architettura abbia il compito di darci l’emozione della materia, dello spazio, della luce, dell’acqua. Penso che l’edilizia contemporanea, che oggi va per la maggiore, esalti le forme perverse e semplicistiche rispecchiando un’umanita’ nevrotica ed autogratificante che vuol fare tabula rasa di 5000 anni (o piu’) di storia.

L’uomo moderno si sente al centro dell’universo e la sua arroganza e vanita’ esige costruzioni che sono in realta’ dei grandi specchi: l’uomo di potere e l’uomo nevrotico si riconosce inconsciamente solamente negli stili high tech, sensazionalista e decostruttivista. Bisogna essere ciechi o dormienti per non vederlo: siamo una civilta’ materialista delle forme perverse istituzionalizzate. E’ un disastro nel vero senso della parola: le forme del costruito contemporaneo si sono dissociate dagli astri.

Il paradosso piu’ evidente e, allo stesso tempo, deprimente e’ rappresentato dagli edifici religiosi che sono autogratificazioni sensazionalistiche in cemento armato, non piu’ spazi per Dio ma per l’uomo.

Non e’ questione di giusto o sbagliato, ma di prenderne coscienza per poi fare delle scelte che esprimano certi valori anziche’ altri.

L’architetto contemporaneo ha la fortuna della liberta’ di scelta di cui e’ responsabile.

Ci si dovrebbe interrogare: l’architettura e’ espressione di un pensiero che va in profondita’ oppure e’ un adeguarsi a-critico? Interrogarsi non vuol dire remare contro l’evoluzione ed il progresso; tutt’altro, interrogarsi seriamente puo’ portare un contributo per sensibilizzare l’uomo ad una evoluzione non solamente tecnologica e materialista, ma ad una evoluzione totale; vale a dire di pari passo materiale e spirituale, moderna ed arcaica, antropologica ed ecologica.

(in ARKITEKTON n. 14, September 2004)

20 settembre 2006

eclissi | 1920 - 2006


Ieri è morto Vico Magistretti, uno degli ultimi grandi designer italiani, i vecchi che hanno inventato il design in Italia.
Erano altri tempi i loro, tempi nei quali c'era tutto da creare e le aziende erano affamate di idee, era il dopoguerra e da qui a poco sarebbe anche comparso un nuovo strabigliante materiale: la plastica che avrebbe rivoluzionato il modo di pensare l'oggetto di uso comune.
Questi giovani designer Italiani, hanno saputo cogliere l'occasione e creare un movimento che mai si sarebbe più ripetuto in italia e che ancora oggi si ricorda universalmente con gli innumerevoli oggetti di design esposti nei più importanti musei mondiali.
Altri tempi dicevo, ora la tendenza si è invertita, sono cresciute a dismisura le idee (giovani designer ormai in italia non si contano più sulle dita di una mano) e le aziende forse le stesse, forse meno, di sicuro più internazionali, più globali e meno attente alla genialità dell'idea ma più al business. Allora ecco arrivare flotte di nomi più o meno tropicali quali Karim Rashid, Ora Ito, Philippe Starck, che riempono le riviste con le loro strampalate idee e filosofeggiano su mondi e design per tutti, mentre i nostri designer italiani, forse validi, forse no, vengono messi in disparte e fatti invecchiare, nella speranza che qualche loro oggetto venga messo in produzione.
Un giorno, vicino o lontano, finirà la moda dei nomi esotici come sono finite altre mode e l'Italia si ritroverà impoverita e sguarnita di giovani menti capaci di continuare, quella tradizione risalente agli anni 50....ma questa è un'altra storia.
Vero aziende italiane?

16 settembre 2006

sorridi che il mondo ti sorride...

volevo fare 2 brevi parole (speriamo!) sull'esperienza vissuta in California ed in particolare a Los Angeles e il suo stile di vita californiano....Beh è proprio il caso di dirlo a Los Angeles già dal mattino la città e i suoi abitanti ti danno un benvenuto fantastico pieno di grandi sorrisi e di "how are you?" e cose simili.....vai a fare colazione e i baristi ti accolgono come se fossi il più grande consumatore di pancake di tutta la california, vai in giro e tutti ti sorridono e ti salutano, ti vedono con la mappa della città in mano e ti chiedono premurosi se hai bisogno di aiuto, entri in un negozio, anche il più lussuoso e la direttrice del personale si occupa di te come se fossi un miliardario, ti da mille informazioni su mille cose, vai a pranzo in un ristorante e se c'è da aspettare ti chiedono il nome in maniera che quando sarà libero il tuo tavolo (solitamente dopo pochissimi minuti) ti chiamano amichevolmente con il tuo nome proprio.
Poi a volte (molto spesso) al ristorante o in un altro locale, ti capita di conoscere gente e questa gente ti tiene compagnia durante la serata come e meglio a volte di una persona che conosci da sempre! Una volta è anche capitato che ci pagassero la cena!
E poi ancora, un pullulare di persone atletiche che hanno cura di se e quindi rispetto per gli altri, gente che corre, che va in bici, sullo skate, sul surf, che gioca a basket, insomma respiri sport da ogni parte e la cosa più bella è che ti vien voglia di fare sport!!!!!!
E' bellissimo, perchè è contagioso, il sorriso è contagioso, la generosità pure, si viene contagiati da questa allegria, da questo altruismo, dalla voglia di fare qualcosa per il nostro fisico ormai sempre più decadente, di fare 2 chiacchiere con lo sconosciuto, di prendere la bici ed andare a farti un giro, di uscire in una bella giornata di sole, di goderti quello che ti circonda invece di lamentarti tanto, di essere più gentile e di sorridere, sorridere, sorridere!!!!!
Sono convinto che si possa importare questo spirito anche qui, in questa strana Torino, ci hanno provato le olimpiadi, sta solo a noi continuare, sorridi! che il mondo ti sorride!!!!!!

14 settembre 2006

una votazione per l'architettura

ieri sera sono andato a votare i tre progetti finalisti del concorso di idee per la sistemazione di tre piazze della città di Torino, in particolar modo il piazzale Valdo Fusi.
Ero contento di andare a votare un'architettura per la città per una volta una votazione democratica, una votazione nella quale gli abitanti votano per realizzare qualcosa di bello nella città.....Ma appena entro e vedo i tre progetti, mi prende lo sconforto!
3 progettisti di fama internazionale hanno affrontato il tema in modo deludente, un'architetto ha disegnato delle belle forme sinuose, ma in maniera aprossimativa, in quanto credo che sia impossibile realizzarla com'è stata disegnata.


Il secondo progetto era interessante, ma poco coraggioso e soprattutto rappresentato in maniera pessima (gli alberi nella pianta sembrano un edificio).


L'ultimo progetto non è degno neppure di una nota. Giudicate voi se si può parlare di architettura.....



13 settembre 2006

come mai questo blog



E' sempre difficile iniziare a scrivere un blog, potrei iniziare facendo lo snob e dicendo che conosco i blog da sempre ma che non ho voluto mai farne uno perchè fa ancora più snob, o potrei dire che non avevo niente di cui parlare o magari che non come farlo o altre cose simili, ma in realtà fin dal lontano 2000 impazzivo dalla voglia di aprire un blog ma la vera verità è che sono un gran pigro!!!
Un pò come iscriversi in palestra o decidere di fare uno sport non si può iscriversi e poi non andare più.
Ma questa volta voglio farcela, lo metto nei buoni propositi di quest'anno.
Quindi a presto con il mio nuovo post.