12 giugno 2008

TUNING

Questa è una storia che parla un po' del mio lavoro.
A quale architetto non è mai capitato di tornare dopo un po' di tempo in un negozio, un appartamento, un locale o qualcos'altro che ha progettato e verselo totalmente trasformato e "personalizzato" dal suo cliente? A me è capitato l'altro giorno. Sono entrato in uno showroom di luci che avevo progettato ormai un anno fa o forse più e ho faticato non solo a riconoscerlo, ma soprattutto mi sono trattenuto dal gettare una molotov per incendiarlo!
Il progetto era già a suo tempo un po' concettuale, volevamo trasformare uno show room di luci che di solito è un insieme caotico di prodotti più o meno belli, che non appena entrati trasformano le idee chiare di qualunque persona in un altrettanto caotico stato mentale.

L'intenzione era quindi, quella di progettare uno spazio museale, che mostri i corpi illuminanti, per gradi, a seconda di quello che il visitatore/cliente sta osservando. Il tutto con sapienti e attenti giochi di luci e fotocellule che permettono un'accensione e spegnimento di intere zone.
Il tutto ambientato in un ambiente molto scuro (nero) interrotto solo dai pannelli bianchi sui quali vengono esposti i prodotti.
Non vi annoio con le lotte che ho dovuto sostenere con il cliente (molti di voi già le conoscono) per fare tutte le pareti e il pavimento neri, concludo solo dicendo che già in fase di startup, lo show room a causa di alcune scelte da parte del mio cliente sul numero e la qualità dei prodotti, non era esattamente come lo avevo in testa anche se tutto sommato era ancora molto di impatto.
Così è rimasto nella mia mente, fino all'altro giorno, quando dopo un anno l'ho rivisto così trasformato e deturpato da non cosiderarlo neppure più un mio progetto.
C'erano archietti un tempo come Adolf Loos che guidavano e in parte obbligavano i loro clienti anche nella scelta del colore delle ciabatte, io non ho questa arroganza e neppure presunzione, ma mi sarebbe piaciuto che il cliente capisse il valore di un progetto e il perchè è stato pensato in un determinato modo. Ma per questo probabilmente dovrei iniziare ad evitare di sopravvalutare alcuni clienti.

1 commento:

ba ha detto...

bisogna educarli.. ricordi?